mercoledì 3 novembre 2010

Combattere la speculazione - Atto II°



Ritorno sull'argomento dell'ultimo post perché la speranza non muore mai.
Sarkozy (che non è certamente il mio idolo) ha proposto una tassa sulle transazioni finanziarie subito ben accolta (!) dal mondo della finanza. Contrari il nostro eroe, la Banca Centrale Europea, gli economisti "veri"ma molto più sono coloro cghe lavorano di fine lobby (contro).
In Italia una proposta scandalosamente bipartisan è passata totalmente sotto silenzio. Tassare la finanza per il sociale. Ne avete sentito parlare tra lodi, escort, secessioni?
Se avete avuto la pazienza di leggere i link, vedrete che è stata presentata il 18 maggio, assegnata il 17 giugno ed attende pazientemente di essere ammessa in aula...
Ma se tanto mi dà tanto, questa è l'ultima volta che ne sentirete parlare.
Molto più interessante e in un certo senso sorprendente l'appoggio ottenuto in Europa (e non solo dalla Merkel), che potrebbe portare a qualcosa di buono nonostante la contrarietà ancora espressa da Brasile, Argentina, India, Canada, Giappone, Russia e un Obama anitra zoppa...


domenica 18 luglio 2010

Combattere la speculazione


Perché sembra impossibile combattere la speculazione selvaggia? (O meglio dire quella puramente finanziaria, perché la speculazione è una componente essenziale del sistema economico moderno).
Uno speculatore scommette sulla crescita o - oggi ben più spesso - sulla caduta di un titolo; ma se la speculazione è lasciata senza controllo politico (per connivenza col potere e per obbiettive difficoltà a dominare un fenomeno oggi di dimensioni transnazionali) allora l'economia diventa solo una scusa per la finanza; e più instabile sarà, più offrirà opportunità alla speculazione stessa.
In una "borsa mondiale" dove i capitali possono muoversi istantaneamente senza vincoli geografici (e si può speculare 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, c'è sempre una borsa aperta!) diventa legge la ricerca del maggior profitto nel minor tempo possibile; di fatto l'investimento sparisce lasciando spazio solo alla scommessa.
Se poi posso scommettere con soldi che non ho, e guadagnare cifre da capogiro se vinco, o fallire quasi impunemente se perdo (chi ha pagato per aver sbagliato speculazioni nella recente crisi?), allora ho il quadro della finanza mondiale oggi. Guadagni privati, perdite della collettività, questo è ancora definibile capitalismo?
Le lobby in campo sono apocalittiche perché tutti i centri finanziari sono coinvolti, chi più, chi molto di più, nella speculazione finanziaria; e, da che mondo è mondo, dove sono i soldi c'è anche il potere. I tentativi di contrastare il fenomeno sono pochi, timidi, irrisi dai media, tacciati di estremismo: di già attuato mi viene alla mente solo il divieto di vendere allo scoperto azioni tedesche alla borsa di Francoforte (viva Merkel).
Nessuno riesce però a spiegare perché è sbagliata la proposta di tassazione delle transazioni finanziarie a breve (la Tobin Tax) e quali danni potrebbe mai provocare, ne perché non viene proposta al G7, G8, G20 e G80, per non parlare del WTO e Banca Mondiale che sembrano (sono) più l'espressione della finanza globale che dei paesi che vi aderiscono: per scelta (del potere finanziario, quelli ricchi) o per ricatto (per ottenere prestiti, quelli poveri).
E sfido chiunque a spiegare come può sopravvivere una industria che deve rientrare degli investimenti in ore anziché in mesi.
Lasciamo scommettere sul default di un paese (Grecia? Spagna? Irlanda? Portogallo? ITALIA?). Vedremo la mano magica del mercato allungarci un (altro) sonoro scapaccione.


giovedì 15 luglio 2010

Non posso non citare


Questo intervento di Savino Pezzotta
Se la tattica ci divide (ormai non credo più nella possibilità di riconversione dell'UDC) tutto il resto ci unisce. 



martedì 13 luglio 2010

La pensione è un problema di solidarietà


e non di rendimento economico o di tassazione dello stato.
Allora perché arroccarsi sulla linea Maginot della pensione di anzianità?  Chiediamoci casomai il perché di questa istituzione tipicamente italiana..

Credo che nessuno possa contestare che il sistema pensionistico nasca per garantire a tutti i lavoratori, oltre alla sicurezza economica nella vecchiaia, una sorta di mutua assicurazione a copertura di sfortunati eventi della vita. Senza arrivare allo specifico istituto della pensione di invalidità, la raccolta collettiva garantisce il singolo privandolo allo stesso tempo della possibilità di guadagnare di più rischiando di più. Evitando, insomma, di avere ricchi (abili o fortunati) ed indigenti (incapaci o sfortunati), preferendo dignità per tutti.
Più in generale il sistema pensionistico ha l'obbiettivo di redistribuire risorse accolte dalla collettività degli aderenti in funzione del reale bisogno del singolo, soccorrendo chi è più sfortunato attraverso un piccolo contributo di tutti i fortunati, garantendo ad ognuno una vita dignitosa fino alla conclusione naturale.
Se questa è l'ottica, la pensione di anzianità è una singolarità, anche facendo salvo il principio di lavoro usurante (che comunque perde rilevanza mano a mano che la tecnologia e la civiltà rendono sempre meno frequenti i casi di usura fisica). 
L°anzianità non è un aspetto di solidarietà, ma di remunerazione: tanto ho lavorato e quindi, indipendentemente dalla mia età anagrafica e dalla condizione psicofisica, ho diritto al trattamento pensionistico perchè ho versato per tutti questi anni.
Questo alla faccia dei coetanei che hanno avuto la sfortuna di incappare in periodi di disoccupazione prolungati, che hanno avuto difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro - caso sempre più frequente - e via di questo passo. Sei stato disoccupato? Peggio per te, lavora ancora.
E normalmente il soggetto lo farebbe volentieri, solo che il lavoro ci fosse anche a sessant'anni...  arriviamo all'assurdo che chi ha cumulato il diritto alla pensione viene preferito a chi ha ancora necessità di lavorare perché gode di sgravi parafiscali, per non parlare dei pensionati che lavorano in nero (o in grigio), ma questo è un discorso ancora diverso...
Una proposta di eliminare in toto il concetto di anzianità, lasciando solo quello di età anagrafica, è così inammissibile? 
Si potrebbe portare la pensione di vecchiaia a 62 o 63 anni. e ovviamente, come già succede con il sistema contributivo, chi più ha versato più ottiene in pensione, ma non prima. E incoraggiando e/o riformando il mercato del lavoro perché continui  a occupare gli ultracinquantenni si possono ottenere anche significativi benefici per l'equilibrio economico del sistema pensionistico collettivo.


sabato 19 giugno 2010




Inviato per fax (gli indirizzi email che si trovano sul web relativi al distaccamento di Vigevano sono tutti errati) e, con PEC, alla Questura



Al Distaccamento Polizia Stradale Vigevano
e, pc, alla Questura di Pavia

Io sottoscritto Pietro Giovanni Molina, segnalo a codesto comando lo stato di pericolo alla circolazione (in particolare per i mezzi a due ruote) in cui versa il manto stradale della ex statale 494 nel tratto imminente al ponte sul fiume Ticino, lato provincia di Milano.
Vi chiedo di intervenire presso l'ente competente affinché la circolazione si di nuovo messa in sicurezza.

Pietro G. Molina



Questo è il testo di una mia "lettera al direttore", pubblicata su avvenire il 17 giugno.
Non è stata però colta l'essenza, che quindi sottolineo: non è tanto riferita a una proposta che lascia il tempo che trova senza il bisogno della mia critica, quanto una sottolineatura della frattura ormai completa della classe politica con la vita vera.


Caro direttore,

or ora ho letto l'articolo a pag. 13 di Avvenire di oggi 16.6.2010: "Hai figli? vai prima in pensione" e di primo impatto sono rimasto basito. Poi ho letto il sottotitolo e tutto è stato chiaro: "Politici a confronto sui costi della famiglia etc".
Solo a un politico che sono sempre più convinto vive al di fuori della realtà, può venire in mente che il problema sia quello. Caso mai potrebbe essere "Hai nipoti?...."
Invece di supportare la famiglia nel momento del bisogno (ho tre figlio - e un nipote - e quindi parlo per diretta conoscenza) si propone un contentino dal sapore populistico? Quello che serve è tempo nel periodi in cui serve (0-6 anni), mentre le politiche e il mercato del lavoro disincentivano il part time e le aspettative; sostegno economico (leggi sopratutto politiche fiscali) nei periodi in cui servono dai 12 anni al termine degli studi.
L'uscita anticipata è proposta da Buttiglione e condivisa da Enrico Letta? Una atroce delusione da chi a parole sostiene la famiglia e nei fatti ricerca consenso elettorale: come si concilia l'impiego di risorse per le famiglie con figli del passato - come la mia - che ora non hanno questi problemi, ma altri (occupazione dei giovani...) - con la mancanza di risorse per gli asili nido o i costi esorbitanti della scuola?
O ricordo male oppure questa nazione doveva puntare sulla educazione, ha un gap di istruzione superiore, ha tagliato risorse alle scuole ed università... con coraggio e coerenza e bipartisanismo, sic


domenica 13 giugno 2010

w/o limits: Immaginate Obama o Bush dire le stesse cose della corte suprema....


(tratto da Il Giornale.it, 13 giugno, 11:14)
"Quando una legge votata dalla nostra maggioranza non è da loro condivisa la impugnano, [i magistrati politicizzati] la portano davanti alla Corte costituzionale che è costituita da una maggioranza di giudici di sinistra e ne ottengono l’abrogazione.
E questo - sottolinea Berlusconi - la sinistra lo chiama rispetto delle regole. Invece è l’esatto contrario, è la negazione della democrazia"



Non mi pare si voglia riformare la giustizia, ma semmai la costituzione; o sarà meglio abolirla?


mercoledì 7 aprile 2010



Appello elettorale per il ballottaggio alle comunali di Vigevano.



sabato 3 aprile 2010

Lettura delle elezioni a Vigevano



A Vigevano la vera novità è stata Civiltà Vigevanese: una lista civica "originale" perché non occupa una nicchia e non fa riferimento a nessuno dei due poli, alla ricerca di uno spazio inedito, e con tutti i partiti presenti con lista loro: Pdl, Lega, PD, UDC e IDV. Una contesa originale quindi, il cui risultato val la pena analizzare da vicino, nei come e nei perché.
Qualche insegnamento può infatti essere astratto anche da una situazione peculiare come quella di Vigevano: sindaco uscente da due mandati, 10 anni di governo che non ha accontentato nessuno (se non il sindaco stesso); un candidato sindaco PDL inviso anche a parte dei suoi, imposto da fuori; i due partiti di centrodestra, governo uscente, che separati in casa che si lanciavano reciproche accuse di mal o non governo; l'opposizione PD latitante da troppo tempo, impegnata da oltre un anno solo nel congresso nazionale, ormai malattia endemica; UDC alleata del PDL, in una regione in cui si presentava come terzo polo, e oltretutto internamete divisa in due liste, una imposta dalla segreteria provinciale ed la seconda autoctona e privata di nome e simbolo... è abbastanza?

Non è facile capire da dove vengono i voti di Civiltà, anche confrontando i numeri delle regionali con il voto comunale, ma è evidente che se il PDL perde il 20% dei voti raccolti alle regionali, il PD il 25, l'IDV e l'UDC (di questi alleati), oltre un terzo dei voti... 
Anche tenendo presente la presenza di una seconda lista civica, "storica" ma che ha esaurito il motivo d'essere e che esce ridimensionata dalla competizione in paragone al passato, è difficile contestare che la raccolta di voti viene un po' dappertutto, tra gli scontenti di questa politica bipolare; e che Civiltà tocca l'aspettativa di chi cerca e vuole qualcosa di nuovo sul palco politico di oggi. Qualcosa di pulito, non rassegnato allo scontro, capace di ascoltare ancora le istanze della popolazione, trasparente e capace di ideali, che si occupi dei problemi del paese reale e non di quelli della casta.
Chi occuperà questo spazio al livello nazionale, se qualcuno ne sarà capace, che governi o no, avrà la mia gratitudine oltre al mio aiuto. Salverà il paese.

lunedì 29 marzo 2010

Seconda Conferenza per la decrescita: utopia?



Prima o poi con questo concetto bisognerà confrintarsi, senza idee preconcette, e nonostante sia spesso farcito di estremismi utopici...

La Seconda Conferenza Internazionale sulla "Decrescita Economica a favore della Sostenibilità Ecologica e dell’Equità Sociale" avrà luogo a Barcellona dal 26 al 29 di Marzo.
Venerdì 26 & Lunedì 29 le conferenze (aperte al pubblico) saranno anche live streming, un'ottima occasione per farsi una idea in proprio.


sabato 6 marzo 2010

Listallegre



In genere non sono disposto a dare credito senza verifica, e quindi vorrei essere sconfessato. Ma...
Leggo su Avvenire (che in questo contesto non può essere certo accusato di partigianeria)
questa frase, annegata in un articolo che parla delle querelle interne al PDL in seguito al caos delle liste lombarde:
...solo all'ultimo momento, 24 ore prima della consegna, è arrivato l'ordine (da Roma, ndr) di chiudere avanzando in posizioni più sicure, dove c'è l'elezione automatica, l'igienista dentale di Berlusconi, Nicola Minetti, e il massaggiatore del Milan Giorgio Puricelli. (Avvenire, 6 Marzo 2010, pagina 1 di AV Milano). Alla frase non è data particolare evidenza, si sta parlando della ricerca di un capro espriatorio all'interno del PDL lombardo.
L'igienista dentale di B? Il massaggiatore del Milan? Senza pudore? Ma non facevamo finta che i parlamentari fossero "eletti" da basso e non "nominati" dall'alto?

PS: E' evidente che non si può andare a votare in Lombardia, come in Lazio, senza il PDL e/o la Lega, ma questo la dice lunga sul rispetto degli equilibri dello stato: di chi è il potere legislativo? Vogliamo Educazione Civica nelle scuole!



sabato 27 febbraio 2010

martedì 9 febbraio 2010

Eluana un anno dopo



In tutto quest'anno la cosa peggiore che ho sentito, l'ha detta un amico, recependo quanto di insano veicolato dai media.

Il nocciolo era questo. la stampa manipola l'opinione pubblica perché riporta le fotografie di quando Eluana era giovane e bella, mentre dopo anni e anni di immobilità ormai è ridotta assai male. Se fossero pubblicate quelle fotografie allora nessuno si opporrebbe.
E questo senza rendersi assolutamente conto che il giudizio si spostava immediatamente dalla sacralità della vita e dal diritto di ognuno ad essa e al diritto di nessuno di sopprimerla, a un giudizio "estetico" (inteso come categoria filosofica) sulla vita che vale o che non vale.
Di qui alla rupe di Sparta, il passo è così lungo?



domenica 24 gennaio 2010

L'assurdo delle pensioni di anzianità


E dire che la pensione dovrebbe essere sinonimo di solidarietà; solidarietà nazionale, solidarietà di classe, solidarietà di generazione. 

E ci si aspetta che questa posizione sia difesa ad oltranza dal sindacato...
Allora cos'è la pensione di anzianità, oggi, quando l'impiego stabile è quanto di più strano possiamo raccontare ai giovani esistesse nel paese di "c'era una volta"?  

Come tristemente è realtà, il sindacato si schiera a difesa dei diritti acquisiti... ma andate a raccontare a chi, nella sua vita, ha dovuto subire una o più volte la disavventura e l'umiliazione della disoccupazione che voi avete "diritto" ad andare in pensione perché avete lavorato 35 o 40 anni, mentre lui che si è goduto la sua indennità di disoccupazione (se gli è andata bene) dovrà fare ancora il disoccupato fino a 65 anni...
 

E la pensione di anzianità punisce, oltre a chi ha avuto periodi di disoccupazione, anche chi ha studiato oltre l'obbligo: ecco l'investimento della nazione nell'istruzione.

Sarà un caso esista solo in Italia?




mercoledì 13 gennaio 2010

'M piasaria poter fare una interrogazione parlamentare...


ma purtroppo è privilegio dei parlamentari...


Chiederei quanto lo stato passa a ACI e/o INPS per ogni casella di posta certificata che "gratuitamente" viene assegnata ai cittadini... oltre a cosa costa a me!

Già perchè prima di recarmi all'ACI per fortuna ho telefonato: solo a Pavia, sede provinciale, si può. Vigevano, 70.000 abitanti quasi, ciccia. 
Allora ho compilato la richiesta on line per INPS: fatto tutto... sorpresa, devo recarmi di persona all'INPS, indovinate dove (mi dice un gentilissimo impiegato a Vigevano)? Ma a Pavia, solo le sedi provinciali sono autorizzate.
Bene, scrivo (email, ovvio) a Milano, dove sarei meno scomodo; mi rispondono (velocissimi) che nella "loro" provincia dappertutto è possibile. Pacchia!
Vado a Abbiategrasso. Arrivo alle 10,30, sono il numero 65, l'elimina code (sic) dice 33. Chiedo a una signora, è arrivata da un'ora e mezza, il contatore era a 21.... scappo, vi pare?
Scrivo ad Abbiategrasso, per assicurarmi non ci si una coda apposta e scrivo a Pavia per chiedere conferma che effettivamente a Vigevano non si possa (fidarsi è bene...): nessuno dei due si degna di rispondermi, evidentemente Milano era una eccezione.
Quanto lo stato passerebbe all'INPS o all'ACI non è dato di sapere. Ma a me cosa costerebbe questa casella in tempo perso?
Dulcis in fundo: l'INPS mi identifica per qualsiasi operazione attraverso la Carta Nazionale dei Servizi, che ho abilitato ed uso abitualmente: ma per la posta certificata no, devo farmi vedere da un impiegato, io personalmente, con la mia carta di identità; cosa che non ho fatto per i servizi INPS, è coerenza?
Caffè dopo il dolce: sapete cosa costa una casella PEC per un privato come me, presso un ISP autorizzato, ma a cui lo Stato non ha dato mandato di assegnarle gratuitamente? 4 (quattro) Euro. + IVA......




sabato 9 gennaio 2010

Ryanair: conclusione all'italiana


Italian Way: così si è conclusa la vicenda Ryanair; sinceramente questa tra le soluzioni prevedibili non l'avevo considerata, essendo coinvolta una azienda straniera. evidentemente già usa alle italiche conclusioni.


A chi fosse sfuggita la notizia - molto più in sordina dell'apertura del contenzioso -  posso ripetere la rassicurante conclusione, Ryanair non sospenderà i voli nazionali, è stato raggiunto un felice compromesso.

Dimenticavo di richiamare il compromesso: saranno accettati non tantum i documenti che hanno valore in Europa (passaporto e carta di identità) sed etiam le tessere dei ministeri... se sa di difesa di privilegi, siete dei malpensanti.

Unica considerazione positiva; sembra che Ryanair abbia lavorato seriamente, pensando davvero alla sicurezza: accetta i documenti utili, escludendo tessere di incerta attribuzione alla persona fisica, come la mia licenza di radioamatore... 


mercoledì 6 gennaio 2010

Nucleare si, nucleare no


Nel 1987 (purtroppo) avevo già l'età per votare (quella della ragione è tuttora oggetto di discussione) e mi sono espresso pro nucleare. 


Riassumo le ragioni:

  • Vietare il nucleare in Italia – isolati in Europa - era senza senso: non avrebbe fermato le centrali ed i rischi connessi ma avrebbe solo penalizzato l'industria italiana e contribuito alla nostra petrolio-dipendenza.
  • Vietare il nucleare in Italia ma non privarsi di parte dell'energia elettrica (quella necessari, non sto parlando degli allora sconosciuti condizionatori per abitazioni private) è troppo comodo. Questo come privati cittadini chiamati ad esprimersi e moralmente tenuti ad approfondire le conseguenze di scelta. Ma non ho poi visto case senza illuminazione, forno, frigorifero, lavatrice, lavapiatti, HiFi e TV.
  • Demonizzare il rischio invece che misurarlo e contenerlo mi sembra una operazione da grillo parlante. Senza rischio non si vive e dietro all'incidente c'è sempre la sua sottovalutazione e la sopravvalutazione dell'onnipotenza della tecnica quando non l interesse pecuniario. Ricordate BENE Chernobyl o Three Miles Island, ma anche il Vajont, fino ad arrivare alla casa dello studente dell'Aquila?
  • Il carbone, che era l'alternativa per la non dipendenza dal petrolio, con il suo carico inquinante sarebbe stato come tagliarsi una mano perché fa male un dito.
Alcune sono ragioni di allora, oggi rovesciate. La nostra industria è fuori, e il comparto del nucleare è maturo quando non obsoleta; facendo le centrali compreremmo solo tecnologia dall'estero. Investendoci faremmo lo stesso errore dell'acciaio, pronti tra anni a costruire vecchiume. Non sarebbe meglio indirizzare gli investimenti alle nascenti alternative?
E sopratutto: non ci saremo già dimenticati i disordini in Basilicata quando si è deciso il sito di stoccaggio per i nostri scarti radioattivi provenienti dalla sanità e dalla ricerca, poca roba e a bassa radioattività, quindi? Marce – politici in cerca di voti in testa – blocchi stradali, occupazione di strutture e suolo pubblico, ignominiosa resa dello stato? 

Dove sono i residui radioattivi ora, se non in giro per la nazione a rappresentare una miriade di potenziali rischi di contaminazione? E bravo il governo a “raccogliere le istanze della popolazione”!
Il problema delle scorie da centrali attive è ben più serio di questo, e crea grattacapi a nazioni molto meno abitate, molto meno meno sismiche e molto meno populiste di noi. Pensare a dove saranno queste scorie tra trenta o quarant'anni mi terrorizzerebbe, ma avendo votato nel 1987 è un problema che toccherà i miei figli e i loro figli, ed a loro mi rivolgo con l'invito a pensare "prima" al "dopo".

Invece di tacciare gli ambientalisti di utopia, ed usare i bassi rendimenti presenti (od ormai passati) del solare ed eolico, perché non ricordare che il primo impianto eolico sperimentale europeo è stato fatto in Sardegna? Ma oggi è la Spagna ad essere costellata di pale, la Germania ad essere leader della produzione di impianti eolici oltreché solari, e ovunque è stata incentivata (per tempo) la auto-produzione di energia i privati han fatto la loro parte (fate un giro in Alto Adige, se non volete andare all'estero). Perché non ricordare che le potenzialità di risparmio sono infinitamente maggiori del deficit nazionale? Che solo normative Europee ci spingono (fortunatamente) ad abolire stand-by dei televisori e lampadine che fan calore anziché luce? Che non sopportiamo più i 5 – 10 giorni di canicola annuale e quindi condizioniamo casa per quattro mesi, giorno e notte?

La amministrazione del mio comune mi somministra un diesel marino che brucia olio di palme, coltivato con danno ambientale (e sfruttamento della popolazione) agli antipodi ed immissione di polvere sottile (non mi interessa quanta, è aggiuntiva) in un ambiente abbondantemente compromesso (la peggior aria della peggior provincia della peggior regione italiana); per di più me lo spaccia (complice la legge dello stato, che pure li finanzia) per energia rinnovabile; ed è questa è la categoria politica che deve decidere nucleare si, nucleare no: PAURA!

E' per me difficile dare un giudizio ora sulla necessità di una soluzione ponte col nucleare, in Italia; sicuramente sponderei qualunque soluzione alternativa che non sia più dannosa o rischiosa. Ad esempio non il carbone, che fin quando non saranno risolti economicamente i problemi di precipitazione delle emissioni per privarli di polvere, fa ben più danni.

Una cosa dovrebbe essere tenuta sempre ben evidente (e non lo è perchè tutti sono d'accordo ma adesso non è il momento di parlarne, perchè prima l'urgente e poi l'importante, perchè ci pensiamo dopo...) è che questa sarebbe una soluzione ponte. Ponte verso cosa?
Un famoso economista disse che solo uno stupido o un economista possono credere che un sistema possa crescere indefinitamente per sempre. E questa impossibilità è una sfida che la civiltà si trova ad affrontare per la prima volta nella storia.
Va messa in discussione la necessità per una economia di crescere per non crollare. Va ridotto un livello o meglio uno stile di vita che non è sostenibile per tutti gli abitanti del pianeta; e se fosse vero che la tecnica può migliorarne l'efficienza abbastanza da renderlo sostenibile, allora prima raggiungiamo l'efficienza e poi innalziamo i consumi; non viceversa, in un deficit infinito che non sappiamo se e quando saremo in grado di colmare. Questa è la responsabilità di questa generazione che sta per passare alla storia come quella degli stolti. Responsabilità che pesa maggiormente, ma non solo, su chi si è proposto ed è stato scelto per governare la cosa pubblica: è un problema di tutti.



sabato 2 gennaio 2010

2010: cominciamo a parlare di crescita zero



E cominciamo con una citazione dall'Angelus di B. XVI del primo dell'anno (gli evidenziatori sono miei)




Un obiettivo condivisibile da tutti, condizione indispensabile per la pace, è quello di amministrare con giustizia e saggezza le risorse naturali della Terra. "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato": a questo tema, di grande attualità, ho dedicato il mio Messaggio per l’odierna XLIII Giornata Mondiale della Pace. Mentre il Messaggio veniva pubblicato, i Capi di Stato e di Governo erano riuniti a Copenaghen per il vertice sul clima, dove è emersa ancora una volta l’urgenza di orientamenti concertati sul piano globale. Tuttavia, in questo momento, vorrei sottolineare l’importanza che, nella tutela dell’ambiente, hanno anche le scelte dei singoli, delle famiglie e delle amministrazioni locali. "Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita"

                                              Benedetto XVI