domenica 24 gennaio 2010

L'assurdo delle pensioni di anzianità


E dire che la pensione dovrebbe essere sinonimo di solidarietà; solidarietà nazionale, solidarietà di classe, solidarietà di generazione. 

E ci si aspetta che questa posizione sia difesa ad oltranza dal sindacato...
Allora cos'è la pensione di anzianità, oggi, quando l'impiego stabile è quanto di più strano possiamo raccontare ai giovani esistesse nel paese di "c'era una volta"?  

Come tristemente è realtà, il sindacato si schiera a difesa dei diritti acquisiti... ma andate a raccontare a chi, nella sua vita, ha dovuto subire una o più volte la disavventura e l'umiliazione della disoccupazione che voi avete "diritto" ad andare in pensione perché avete lavorato 35 o 40 anni, mentre lui che si è goduto la sua indennità di disoccupazione (se gli è andata bene) dovrà fare ancora il disoccupato fino a 65 anni...
 

E la pensione di anzianità punisce, oltre a chi ha avuto periodi di disoccupazione, anche chi ha studiato oltre l'obbligo: ecco l'investimento della nazione nell'istruzione.

Sarà un caso esista solo in Italia?




mercoledì 13 gennaio 2010

'M piasaria poter fare una interrogazione parlamentare...


ma purtroppo è privilegio dei parlamentari...


Chiederei quanto lo stato passa a ACI e/o INPS per ogni casella di posta certificata che "gratuitamente" viene assegnata ai cittadini... oltre a cosa costa a me!

Già perchè prima di recarmi all'ACI per fortuna ho telefonato: solo a Pavia, sede provinciale, si può. Vigevano, 70.000 abitanti quasi, ciccia. 
Allora ho compilato la richiesta on line per INPS: fatto tutto... sorpresa, devo recarmi di persona all'INPS, indovinate dove (mi dice un gentilissimo impiegato a Vigevano)? Ma a Pavia, solo le sedi provinciali sono autorizzate.
Bene, scrivo (email, ovvio) a Milano, dove sarei meno scomodo; mi rispondono (velocissimi) che nella "loro" provincia dappertutto è possibile. Pacchia!
Vado a Abbiategrasso. Arrivo alle 10,30, sono il numero 65, l'elimina code (sic) dice 33. Chiedo a una signora, è arrivata da un'ora e mezza, il contatore era a 21.... scappo, vi pare?
Scrivo ad Abbiategrasso, per assicurarmi non ci si una coda apposta e scrivo a Pavia per chiedere conferma che effettivamente a Vigevano non si possa (fidarsi è bene...): nessuno dei due si degna di rispondermi, evidentemente Milano era una eccezione.
Quanto lo stato passerebbe all'INPS o all'ACI non è dato di sapere. Ma a me cosa costerebbe questa casella in tempo perso?
Dulcis in fundo: l'INPS mi identifica per qualsiasi operazione attraverso la Carta Nazionale dei Servizi, che ho abilitato ed uso abitualmente: ma per la posta certificata no, devo farmi vedere da un impiegato, io personalmente, con la mia carta di identità; cosa che non ho fatto per i servizi INPS, è coerenza?
Caffè dopo il dolce: sapete cosa costa una casella PEC per un privato come me, presso un ISP autorizzato, ma a cui lo Stato non ha dato mandato di assegnarle gratuitamente? 4 (quattro) Euro. + IVA......




sabato 9 gennaio 2010

Ryanair: conclusione all'italiana


Italian Way: così si è conclusa la vicenda Ryanair; sinceramente questa tra le soluzioni prevedibili non l'avevo considerata, essendo coinvolta una azienda straniera. evidentemente già usa alle italiche conclusioni.


A chi fosse sfuggita la notizia - molto più in sordina dell'apertura del contenzioso -  posso ripetere la rassicurante conclusione, Ryanair non sospenderà i voli nazionali, è stato raggiunto un felice compromesso.

Dimenticavo di richiamare il compromesso: saranno accettati non tantum i documenti che hanno valore in Europa (passaporto e carta di identità) sed etiam le tessere dei ministeri... se sa di difesa di privilegi, siete dei malpensanti.

Unica considerazione positiva; sembra che Ryanair abbia lavorato seriamente, pensando davvero alla sicurezza: accetta i documenti utili, escludendo tessere di incerta attribuzione alla persona fisica, come la mia licenza di radioamatore... 


mercoledì 6 gennaio 2010

Nucleare si, nucleare no


Nel 1987 (purtroppo) avevo già l'età per votare (quella della ragione è tuttora oggetto di discussione) e mi sono espresso pro nucleare. 


Riassumo le ragioni:

  • Vietare il nucleare in Italia – isolati in Europa - era senza senso: non avrebbe fermato le centrali ed i rischi connessi ma avrebbe solo penalizzato l'industria italiana e contribuito alla nostra petrolio-dipendenza.
  • Vietare il nucleare in Italia ma non privarsi di parte dell'energia elettrica (quella necessari, non sto parlando degli allora sconosciuti condizionatori per abitazioni private) è troppo comodo. Questo come privati cittadini chiamati ad esprimersi e moralmente tenuti ad approfondire le conseguenze di scelta. Ma non ho poi visto case senza illuminazione, forno, frigorifero, lavatrice, lavapiatti, HiFi e TV.
  • Demonizzare il rischio invece che misurarlo e contenerlo mi sembra una operazione da grillo parlante. Senza rischio non si vive e dietro all'incidente c'è sempre la sua sottovalutazione e la sopravvalutazione dell'onnipotenza della tecnica quando non l interesse pecuniario. Ricordate BENE Chernobyl o Three Miles Island, ma anche il Vajont, fino ad arrivare alla casa dello studente dell'Aquila?
  • Il carbone, che era l'alternativa per la non dipendenza dal petrolio, con il suo carico inquinante sarebbe stato come tagliarsi una mano perché fa male un dito.
Alcune sono ragioni di allora, oggi rovesciate. La nostra industria è fuori, e il comparto del nucleare è maturo quando non obsoleta; facendo le centrali compreremmo solo tecnologia dall'estero. Investendoci faremmo lo stesso errore dell'acciaio, pronti tra anni a costruire vecchiume. Non sarebbe meglio indirizzare gli investimenti alle nascenti alternative?
E sopratutto: non ci saremo già dimenticati i disordini in Basilicata quando si è deciso il sito di stoccaggio per i nostri scarti radioattivi provenienti dalla sanità e dalla ricerca, poca roba e a bassa radioattività, quindi? Marce – politici in cerca di voti in testa – blocchi stradali, occupazione di strutture e suolo pubblico, ignominiosa resa dello stato? 

Dove sono i residui radioattivi ora, se non in giro per la nazione a rappresentare una miriade di potenziali rischi di contaminazione? E bravo il governo a “raccogliere le istanze della popolazione”!
Il problema delle scorie da centrali attive è ben più serio di questo, e crea grattacapi a nazioni molto meno abitate, molto meno meno sismiche e molto meno populiste di noi. Pensare a dove saranno queste scorie tra trenta o quarant'anni mi terrorizzerebbe, ma avendo votato nel 1987 è un problema che toccherà i miei figli e i loro figli, ed a loro mi rivolgo con l'invito a pensare "prima" al "dopo".

Invece di tacciare gli ambientalisti di utopia, ed usare i bassi rendimenti presenti (od ormai passati) del solare ed eolico, perché non ricordare che il primo impianto eolico sperimentale europeo è stato fatto in Sardegna? Ma oggi è la Spagna ad essere costellata di pale, la Germania ad essere leader della produzione di impianti eolici oltreché solari, e ovunque è stata incentivata (per tempo) la auto-produzione di energia i privati han fatto la loro parte (fate un giro in Alto Adige, se non volete andare all'estero). Perché non ricordare che le potenzialità di risparmio sono infinitamente maggiori del deficit nazionale? Che solo normative Europee ci spingono (fortunatamente) ad abolire stand-by dei televisori e lampadine che fan calore anziché luce? Che non sopportiamo più i 5 – 10 giorni di canicola annuale e quindi condizioniamo casa per quattro mesi, giorno e notte?

La amministrazione del mio comune mi somministra un diesel marino che brucia olio di palme, coltivato con danno ambientale (e sfruttamento della popolazione) agli antipodi ed immissione di polvere sottile (non mi interessa quanta, è aggiuntiva) in un ambiente abbondantemente compromesso (la peggior aria della peggior provincia della peggior regione italiana); per di più me lo spaccia (complice la legge dello stato, che pure li finanzia) per energia rinnovabile; ed è questa è la categoria politica che deve decidere nucleare si, nucleare no: PAURA!

E' per me difficile dare un giudizio ora sulla necessità di una soluzione ponte col nucleare, in Italia; sicuramente sponderei qualunque soluzione alternativa che non sia più dannosa o rischiosa. Ad esempio non il carbone, che fin quando non saranno risolti economicamente i problemi di precipitazione delle emissioni per privarli di polvere, fa ben più danni.

Una cosa dovrebbe essere tenuta sempre ben evidente (e non lo è perchè tutti sono d'accordo ma adesso non è il momento di parlarne, perchè prima l'urgente e poi l'importante, perchè ci pensiamo dopo...) è che questa sarebbe una soluzione ponte. Ponte verso cosa?
Un famoso economista disse che solo uno stupido o un economista possono credere che un sistema possa crescere indefinitamente per sempre. E questa impossibilità è una sfida che la civiltà si trova ad affrontare per la prima volta nella storia.
Va messa in discussione la necessità per una economia di crescere per non crollare. Va ridotto un livello o meglio uno stile di vita che non è sostenibile per tutti gli abitanti del pianeta; e se fosse vero che la tecnica può migliorarne l'efficienza abbastanza da renderlo sostenibile, allora prima raggiungiamo l'efficienza e poi innalziamo i consumi; non viceversa, in un deficit infinito che non sappiamo se e quando saremo in grado di colmare. Questa è la responsabilità di questa generazione che sta per passare alla storia come quella degli stolti. Responsabilità che pesa maggiormente, ma non solo, su chi si è proposto ed è stato scelto per governare la cosa pubblica: è un problema di tutti.



sabato 2 gennaio 2010

2010: cominciamo a parlare di crescita zero



E cominciamo con una citazione dall'Angelus di B. XVI del primo dell'anno (gli evidenziatori sono miei)




Un obiettivo condivisibile da tutti, condizione indispensabile per la pace, è quello di amministrare con giustizia e saggezza le risorse naturali della Terra. "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato": a questo tema, di grande attualità, ho dedicato il mio Messaggio per l’odierna XLIII Giornata Mondiale della Pace. Mentre il Messaggio veniva pubblicato, i Capi di Stato e di Governo erano riuniti a Copenaghen per il vertice sul clima, dove è emersa ancora una volta l’urgenza di orientamenti concertati sul piano globale. Tuttavia, in questo momento, vorrei sottolineare l’importanza che, nella tutela dell’ambiente, hanno anche le scelte dei singoli, delle famiglie e delle amministrazioni locali. "Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita"

                                              Benedetto XVI