domenica 7 agosto 2011

Il due Agosto su Avvenire ho visto una tabella che compara gli stipendi (medi) netti di operai, insegnanti e politici in alcuni paesi Europei (di fonte OCSE e questore Colucci).

                Operai    Insegnanti   Politici
Italia           1250        2300       10257
Germania         1700        2500       11863
Inghilterra      1900        3300       8540
Francia          2500        4500       9932

ci sono state reazioni di insegnanti che lamentavano la sopravvalutazione delle retribuzioni indicate, che peraltro sono una media comprendente università (e quindi baronie) ma forse sfugge il vero contenuto.
Il rapporto delle retribuzioni tra operai e insegnanti nei paesi elencati è più o meno lo stesso; e sono sicuro che gli operi avrebbero potuto scrivere le stesse cose scritte dai docenti sul loro netto, almeno quelli fortunati, che il posto di lavoro lo hanno ancora.
Docenti, impiegati, operai, dirigenti, commercianti, professionisti... dobbiamo tutti prendere atto che dal punto di vista monetario le retribuzioni in Italia sono e saranno tra le più basse in Europa se permanendo lo status quo. Il discorso si fa molto più complesso quando lo rapportiamo al costo e alla qualità della vita, mangiare all'italiana per esempio è un lusso in Germania o in Inghilterra (e un mio caro amico sostiene che è il clima che consente a noi, europei del sud, di sopportare cose che al nord farebbero inorridire). Comunque balza all'occhio che solo i politici hanno in Italia stipendi "europei?
Oggi però la cosa più importante oggi è mantenere il livello occupazionale: se crediamo nella solidarietà dovremmo essere disposti  a discutere di occupazione più che di retribuzione (anche se sempre e soltanto in una ottica di giustizia). Non esiste l'uomo nero, la realtà di oggi è il risultato dei nostri comportamenti collettivi di ieri.
Comportamenti che comprendo tollerare l'iniquità (la retribuzione dei politici italiani è 8 volte quella di un operaio, in Germania è 4 volte - dei politici onesti, che sì saranno la maggioranza, ma tra doppi incarichi, disonesti e lavativi,,,
Ma come paese, più in generale, abbiamo tollerato e tolleriamo "elasticità" di fronte alle regole (paghiamo le tasse, rispettiamo il codice della strada, ci comportiamo civilmente solo se sanzionati o premiati); e abbiamo tollerato, tolleriamo e adottiamo comportamenti di salvaguardia e adozione di privilegi a tutti i livelli. 
Invece di scandalizzarci per le caste dovremmo iniziare ad usare come metro di giudizio e guida alle nostre azioni il bene della intera comunità, oltre i confini di campanile e regione, ed anche oltre i confini nazionali ed europei - il bene comune è un dato universale. 
I nostri figli ci ringrazierebbero, domani. L'oggi non cambierà con bacchette magiche.

(pubblicato su avvenire, lettere al direttore, Domenica 7 agosto, con  - come semore - bella risposta)