sabato 19 giugno 2010



Questo è il testo di una mia "lettera al direttore", pubblicata su avvenire il 17 giugno.
Non è stata però colta l'essenza, che quindi sottolineo: non è tanto riferita a una proposta che lascia il tempo che trova senza il bisogno della mia critica, quanto una sottolineatura della frattura ormai completa della classe politica con la vita vera.


Caro direttore,

or ora ho letto l'articolo a pag. 13 di Avvenire di oggi 16.6.2010: "Hai figli? vai prima in pensione" e di primo impatto sono rimasto basito. Poi ho letto il sottotitolo e tutto è stato chiaro: "Politici a confronto sui costi della famiglia etc".
Solo a un politico che sono sempre più convinto vive al di fuori della realtà, può venire in mente che il problema sia quello. Caso mai potrebbe essere "Hai nipoti?...."
Invece di supportare la famiglia nel momento del bisogno (ho tre figlio - e un nipote - e quindi parlo per diretta conoscenza) si propone un contentino dal sapore populistico? Quello che serve è tempo nel periodi in cui serve (0-6 anni), mentre le politiche e il mercato del lavoro disincentivano il part time e le aspettative; sostegno economico (leggi sopratutto politiche fiscali) nei periodi in cui servono dai 12 anni al termine degli studi.
L'uscita anticipata è proposta da Buttiglione e condivisa da Enrico Letta? Una atroce delusione da chi a parole sostiene la famiglia e nei fatti ricerca consenso elettorale: come si concilia l'impiego di risorse per le famiglie con figli del passato - come la mia - che ora non hanno questi problemi, ma altri (occupazione dei giovani...) - con la mancanza di risorse per gli asili nido o i costi esorbitanti della scuola?
O ricordo male oppure questa nazione doveva puntare sulla educazione, ha un gap di istruzione superiore, ha tagliato risorse alle scuole ed università... con coraggio e coerenza e bipartisanismo, sic


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